venerdì 21 settembre 2007

Pitagora: contributo di un lettore

Con mio grande piacere il poliedrico saggista e designer Gaetano Barbella, da qualche tempo lettore del nostro blog, accoglie la mia richiesta di pubblicazione di un suo recente commento sull'affascinante figura di Pitagora.
Riporto testualmente il suo intervento:

Gentile Prof.ssa Arcadu,
eccomi ancora a fornirle dei contributi, perché qui si tratta di Pitagora che merita approfondimenti per porre sul moggio la sua discepola e sposa Teano, riconosciuta come emblema della sapienza.
Credo sia utile conoscere la sua descrizione storica, quella di una esemplare madre, sposa e amante della scienza dell'antichità.

Da la «Vita di Pitagora» di Enrico Narducci (datata: Addì 3 Giugno 1588 - Forni Editore - Bologna 1887) è detto che:

«Hebbe moglie Pitagora, e questa fu Cretese, figliuola d'un Pitonatte e chiamossi Teano; di professione Philosofa (sic).».
Ma sembra che altre donne siano comprese nel novero di mogli ed anche amiche, da considerare, però, che «molti (storici) hanno preso l'una per l'altra, o stimato che due fossero una sola.».
«Che fieramente Pitagora amasse Teano, leggesi ne' Dinnosofisti d'Ateo.».


E poi altre interessanti notizie come le seguenti:

«Di Teano, moglie di Pitagora, si raccontano alcuni detti arguti, fra’ quali u’è questo, che nota Plutarco, ne l’operetta de’ Precetti Connubiali.
Una uolta, hauendosi costei cauato un guanto, ouero tiratosi la manica uerso il cubito, scoperse o la mano o il braccio; onde fu un certo, che disse: o bella mano; ed essa: ma non per la plebe o per il uolgo.
Addimandata parimenti, quando la donna sia monda da l’huomo, rispose: sempre dal suo, da l’altrui non mai. Soleva dire a le mogli, che ne l’entrare a’ mariti deponessero la vergogna con la ueste, ma ne l’uscire, con la ueste la ripigliassero.
Addimandata che vergogna fosse quella di ch’ella intendeva: quella, disse, che ch’io mi chiami donna.»

N.d.r.: In questo “riprendere la veste” di Teano, da stimarsi, per i pitagorici, la sacerdossa quasi da venerare, io intravedo il modo suo specifico di donna, emblematizzata con la “vergogna” in discussione, in perfetta aderenza all'osservanza del “silenzio”.

Fondamentale per Pitagora era l'osservanza del «silentio, ch'egli chiamava “echemitia”, cioè ritenimento di parlare, leggesi questo anco ne l'istesso Florilegio, fatto da Pallada:

E' gran dottrina à gli huomini il silentio:
Fede ne fa Pitagora sì saggio,
Che, dotto in dir, silentio insegnò altrui,
Gran rimedio il tacer trouato hauendo.

La cagione per la quale Pitagora imponeva il silentio a' suoi discepoli era il non uolere che le cose insegnate da lui fossero aulite, col farle palesi a' la feccia del uolgo... Né solamente commandaua Pitagora il silentio a' suoi discepoli, ma egli ancora amaua la brevità sopra tutte l'altre cose; ...».

Cordiali saluti,
Gaetano Barbella

Gaetano Barbella è autore del sito Il Geometra Pensiero in Rete dove raccoglie i suoi studi che spaziano dall'Arte, alla Geometria, all'Archeomitologia, all'Esoterismo, nonché Tradizione, Amore e Patria.
Un lettura che raccomando, un viaggio davvero interessante!
Grazie Gaetano!

Articoli correlati per categorie



Stampa il post

4 commenti:

  1. questo blog, per me che sono ingegnere, è BELLISSIMO!
    lo aggiungo tra i feed che seguo!
    saluti luigibio

    RispondiElimina
  2. Cara Giovanna,

    che dire per il suo meraviglioso apprezzamento nei miei riguardi. Che l'elogio a Teano, quindi anche alla donna, è quanto di meglio io potessi fare.
    Il mio sito è stato illuminato come non mai grazie a lei. Ora molti lettori del suo blog , fra cui i suoi allievi, dapprima incuriositi, lo visiteranno trovandolo diverso da altri per le non poche cose strane e insolite fuori dall'ordinario. Si domanderanno ma come si possono conciliare fra loro?
    Cosa dire per toglierli dall'imbarazzo e incoraggiarli a procedere per la visita del mio castello, magari anche un po' “campato in aria”, come si suol dire?

    Mi sovviene un strano e curioso altro castello che un artista e filosofo francese, Jaques Coeur, fece costruire verso la fine del XV secolo e che a tutt'oggi rimane come all'origine. È pieno di rappresentazioni allegoriche incomprensibili corredate da iscrizioni altrettanto difficili da capire: tuttavia è un meraviglioso “grimoire”. Si tratta del castello di Dampierre-sur-Boutonne (Charente-Inférieure) situato nella regione della Saintonge, ovviamente in Francia.
    Le cose che di seguito riporto le ho tratte da un libro di Fulcanelli noto cultore dell'Ermetismo. Il titolo dell'opera è «Le dimori filosofali», II volume.

    Meritano d'essere riportate in questa occasione, due iscrizioni poste su due camini della dimora in questione. La prima è una piccola poesia, scritta scherzosamente ed esalta l'esistenza felice, improntata alla calma ed alla serenità ed alla benevola ospitalità, condotta dal nostro filosofo nella sua casa accogliente. Ed è questa:

    DOVCE. ESTE. LA. VIE. A. LA, BIEN. SVYVRE.
    EMMY. SOYET. PRINTANS. SOYET. HYVERS.
    SOYBS. BLANCHE. NEIGE. OV. RAMEAVX. VERTS.
    QVAND. VRAYS. AMIS. NOVS. LA FONT. VIVRE.
    AINS. LEVR. PLACE. A. TOVS. EST. ICI.
    COMME. AVX. VIEVLS. AVX. JEVNES. AVSSI.

    Tradotta dice: La vita è dolce se è ben vissuta / sia in primavera che in inverno / sotto la bianca neve o sotto i ramoscelli verdi / quando ci accompagnano nella vita dei veri amici / perciò qui c'è posto per tutti loro / sia per i vecchi che per i giovani.

    La seconda iscrizione, che faccio mia onde raccomandare ai giovani quel che vuol significare, è quest'altra:

    SE. COGNESTRE. ESTRE. ET. NON. PARESTRE.

    Vuol dire: Conoscersi , essere e non parere.

    Il filosofo Jaques Coeur ha ragione; la conoscenza di se stesso permette di possedere la scienza, scopo e ragion d'essere della vita, base di ogni valore reale; e questo potere, elevando l'uomo laborioso che può acquistarlo, lo incita a rimanere in una modesta e nobile semplicità, virtù eminente degli spiriti superiori.
    Un assioma, che tanti maestri come Pitagora ripetevano ai loro discepoli per giungere al sapere supremo, era questo:

    «Se volete conoscere la saggezza, dicevano loro, conoscete a fondo voi stessi e la conoscerete.».

    Grazie ancora,
    Gaetano Barbella

    RispondiElimina
  3. Luigi,
    che dire? Ma grazie!
    Sono sorpresa, davvero, anche se piacevolmente!
    e sì che la matematica è magica e meravigliosa e cerco di raccogliere la sua magia.... ma, è sempre un blog didattico per alunni di scuola media.
    Soprattutto a loro devo destinare i materiali(e saranno loro a popolare il blog dei loro), anche se spesso mi faccio prendere la mano (poi mi accorgo e, freno... anche nel corso della scrittura dell'articolo).
    Per questo mi sorprende il tuo interesse, appunto da ingegnere.
    Ma è una sorpresa che mi dà mooolta carica! Per questo, davvero grazieee!
    Anche io ho visitato i tuoi blog, interessantissimo quello tecnico, piacevole l'altro...complimenti.
    Bèh, visto il tuo apprezzamento, come non trovare il tempo per visitare un nuovo amico??? :-)
    Credimi, sarà che non è da troppo tempo che, come dire, "bloggo", sono un po' frastornata...mi pare di non riuscire a star dietro...
    Ma ti "feedo" anche io! :-)
    grazie!
    a presto.
    g.

    RispondiElimina
  4. Gaetano,
    bello davvero quest'altro suo "castello"!
    Rasserenante la poesia, l'assioma...bèh... come non tenerlo presente. Pitagora, poi Socrate..."conosci te stesso" (anche se forse in altre accezioni).
    Talvolta, assieme al metodo "maieutico"...
    anch'io non manco di "filosofeggiare" con i miei "discepoli" :-) :-)
    grazie!
    g.a.

    RispondiElimina

I vostri commenti sono graditissimi, l'interazione è molto utile!
Non ci piace però comunicare con "anonimi". Vi preghiamo di firmare i vostri messaggi.
Come fare:
Cliccare su Nome/URL.
Inserire il vostro nickname nel campo "nome".
Lasciate vuoto il campo URL se non avete un blog/sito.

Grazie!